Premiazione vincitrici del concorso!

Abbiamo due opere meritevoli nella categoria letteraria, l'unica che abbiamo premiato.

La vittoria è tutta femminile:

1° posto Elena Riva con l'opera dal titolo 'Con i suoi occhi'

2° posto Marisa Gentile con l'opera dal titolo 'I semi della libertà'

 

Tra tanti racconti e poesie si sono distinte per il loro significato di speranza per il futuro.

Ne esponiamo qui sotto i testi.

Domenica 10 aprile 2016 alle ore 17, presso la sede di via Curiel a Pero, si è tenuta la premiazione che ha visto una grande affluenza di pubblico.

1° classificata

CON I SUOI OCCHI di Elena Riva

Elvira spingeva il carrello pesante. Ci voleva una certa arte per farlo andar dritto su quelle mattonelle. Lo spingeva da tre anni, e chissà per quanto ancora, pensò con un sospiro. Prese un piatto, due, li posò sul tavolo schivando i capelli ondeggianti di una ragazzina vaporosa e due panini mosci. Ancora cinque su questo lato e sei sull’altro, poi dieci minuti di tregua. Il pane sembrava imploso, somigliava al pouf beige che sua sorella teneva in salotto e su cui i nipotini si lanciavano di pancia con sorrisi trionfanti. Quando prendevano bene la mira. Le sfuggì un sorriso, che subito si rimangiò guardinga.

Un bimbetto asiatico col grembiule blu impataccato sollevò lo sguardo e prese il piatto, mormorando un grazie. O forse no, chiedeva solo una forchetta pulita, la sua gli era caduta. Elvira si chinò a fatica per raccoglierla e rimase un attimo a contemplare quella fila di scarpe colorate che si agitavano là sotto, tutte allegre, come pesciolini tropicali. Quando riemerse, il ragazzino la guardava senza dire niente, con la mano aperta, in attesa. E a scambio fatto rivolse altrove il suo interesse.

La campanella del pomeriggio riecheggiò metallica nello stanzone, precedendo il terremoto di sedie, piedi e gambe di tavolo. Poi tornò la quiete, disordinata.

Elvira arricciò le labbra e si preparò al suo destino. Sparecchiare non le era mai piaciuto granché: troppi avanzi cincischiati, palline di mollica usate come siluri, laghi d’acqua dolce sulla carta delle tovaglie. Fortuna che c’erano i guanti a proteggerla da quel mondo scivoloso.

Carlotta le si era avvicinata piano e le aveva messo una mano sulla spalla. «Lascia, và, che finisco io. Tu dai una pulita alle sedie.»

Carlotta parlava poco e rideva poco, ma quando a fine turno si rivolgeva con garbo a Elvira era come se la sua fronte grinzosa e le sue gote ossute scomparissero per lasciar posto a una misurata dolcezza che durava qualche istante prima di tornare a inabissarsi chissà dove.

A Elvira piaceva quella donna smunta e taciturna. Le piaceva perché il suo sorriso, per quanto breve, era sempre sincero. E lei di sorrisi sinceri se ne intendeva, era da tutta la vita che vedeva la gente guardarla e sorriderle. Ma erano perlopiù sorrisi imbarazzati, condiscendenti, pietosi, perplessi o sollevati. Quelli senza ombre di giudizio erano rari. E preziosi.

Finito di pulire per terra, Elvira tornò nello stanzino per cambiarsi. Si tolse piano la cuffietta e il grembiule bianco, sbottonandolo con allenata pazienza. Le facevano male i piedi, ma c’era poco da fare al momento. A casa, nonna Giuseppina le avrebbe riempito un catino d’acqua e glielo avrebbe messo per terra davanti al divano, e si sarebbero sedute insieme a guardare la televisione e a mangiare un biscotto, una con i piedi a mollo e l’altra con le pantofole sformate.

Sua nonna sapeva essere così misteriosa, a volte: l’abbracciava, le dava un bacio, e il suo viso era indicibilmente amorevole e infinitamente triste. E l’amore e la tristezza le davano un’aria tenera e infantile, tanto che per un istante Elvira si sentiva quasi la mamma di sua nonna. L’istante dopo riprendeva a sgranocchiare il biscotto e non pensava più a niente.

A sette anni le avevano detto che era un po’ più lenta dagli altri bambini, che aveva la testa sempre persa in qualche posto lontano, che vedeva le cose a modo suo. E le avevano dato in premio una maestra tutta per lei. «Sei speciale» le ripeteva la sua maestra. «Sei scema» le ripetevano i suoi compagni. Forse era scema a sentirsi speciale, si diceva lei quando era triste. O forse erano scemi loro, va’ a sapere.

L’orologio batté le tre. Era ora di tornare verso casa.

Uscita nell’atrio, il bidello la salutò puntando la mano sulla tempia come un soldato. «Ciao, Elvira, a domani.»

«A domani, signor Giulio.»

L’autobus era in ritardo, ma ne le importava. Era in ritardo quasi tutti i giorni, perciò non valeva la pena arrabbiarsi, le aveva detto una volta suo padre. «Approfittane per guardarti intorno e vedere le cose che nessuno nota» le aveva suggerito. E da allora per Elvira quei minuti di attesa erano diventati un gioco, una sfida silenziosa. Il giovedì prima aveva visto una fogliolina gialla scendere lenta da un ramo e finire con uno svolazzo sulla spalla dell’uomo seduto accanto a lei sulla panchina. E l’uomo non se n’era accorto, preso com’era dal cellulare, e si era alzato ed era salito sull’autobus con quella stella dorata appuntata alla spallina del cappotto, come in un’uniforme militare. Da quel giorno, Elvira aveva cominciato a chiamarlo nella sua mente il Generale.

Il Generale quel pomeriggio non c’era, ed Elvira fece una smorfia e prese a guardare il cielo e le sue nuvole. Quelle di novembre erano sdegnose, con la loro pancia grassa e il muso lungo. Meglio d’estate, quando si inseguivano veloci e si trasformavano sotto i suoi occhi e prendevano la forma di strane creature. I figli di sua sorella si divertivano a guardarle sdraiati accanto a lei, perché la zia Elvi, dicevano, era la maga delle nuvole e riusciva a trovare cavalli, delfini e persino elefanti bianchi nel cielo. Una volta avevano avvistato insieme una balena e tre pesci spada.

«Inutile che aspetti, l’autobus non passerà.»

«Oh, cosa… io?» Elvira abbassò a malincuore la testa e contemplò la donnetta che le si era messa davanti, stretta in un paltò allacciato fino al mento. Portava una sciarpa verde e un berretto di lana pelosa, con un gran fiore che le sbocciava bianco su una tempia. Solo il naso sembrava spuntare nudo come un ramo. Era la signora della panetteria all’angolo. Forse.

«C’è sciopero oggi.»

«Oh.» Quindi doveva farsela a piedi. Duemila passi almeno. Due vesciche assicurate. «Grazie.»

Elvira raccolse lo zainetto e si alzò. Bastava seguire i cartelli di fermata dell’autobus, non poteva perdersi. Allungò la gamba destra e diede inizio al conto.

 

Arturo non la vide arrivare. Era seduto al suo posto, come ogni pomeriggio, e leggeva. Sfogliava piano le pagine ingiallite, portandosi l’indice alle labbra screpolate e vizze. Sapeva quasi a memoria quel libro, ma ne assaporava lo stesso ogni singola, preziosa parola. Non ne aveva altri.

Un’ombra offuscò le prime tre righe e il suo buonumore.

«Mi sono persa.»  

Arturo sollevò appena lo sguardo e non disse nulla. Detestava essere interrotto.

«Non mi ricordo se a quell’incrocio lì l’autobus 35 gira a destra o a sinistra.» Elvira mosse il dito come un tergicristallo.

«E lo chiedi a me?» rispose lui con voce gracchiante. Era la prima volta che parlava da almeno sei ore.

«La vedo ogni giorno da dietro il finestrino: lei è sempre seduto qui quando passo. Su questo cartone su questo marciapiede sotto questo lampione. Dovrebbe sapere dove gira l’autobus.»

Arturo fissò lo sguardo sulla giovane donna che aveva davanti, sulle sue gambe tozze, sul piumino gonfio, sul volto paffuto e rubizzo e stranamente fiducioso. Si sentì a disagio di fronte a uno sguardo tanto candido.

Si alzò a fatica da terra, puntandosi su una mano. Le ginocchia scrocchiarono piano. «Ne passano tanti di autobus, non li sto a controllare. Tengo d’occhio solo il mio pezzetto di mondo.» Indicò con la mano il cuscino sformato, il piattino quasi vuoto, lo zaino malconcio, il quadrato immacolato di cartone, il marciapiede un po’ meno lindo. «Bado ai fatti miei. Conviene che chiedi a qualcun altro.»

La ragazza parve pensierosa. Ma durò un attimo, perché subito domandò, quasi non riuscisse a trattenersi: «Perché lei non è come tutti gli altri… gli altri come lei… e non ha un cane e non suona uno strumento e non ha un cartello con una scritta che commuove?»

Perché quella ragazzotta strana lo fissava con uno sguardo intenso, come se avesse dimenticato la storia dell’autobus e in quell’istante tutto il suo interesse si concentrasse su di lui? Arturo non ci era abituato, e non gli piacque. Preferiva rimanere invisibile, era più rassicurante. «I cani non si meritano questa vita, un pianoforte sarebbe ingombrante e non ho una storia lacrimevole da raccontare. Soddisfatta? Ora vai, che mi fai perdere il filo del libro.»

«Sa suonare il pianoforte?»

«Sapevo.»

«E dorme qui? E dov’è che mangia?» Elvira si morse il labbro e per un attimo parve mortificata. «Non ho monete, se no gliele darei. Per comprarsi un panino» aggiunse seria. «Mi ci comprerei un libro.»

«Oh.»

«Vai. Ciao.»

Lei annuì mesta e poi agitò timidamente una mano.

Arturo deglutì a fatica, erano anni che non sentiva quello strano magone che lo aveva appena colto a tradimento. Dignità e tenerezza e tristezza. Cercò di scacciarlo via, ma non ci riuscì del tutto. Cosa voleva da lui quella donna con lo sguardo da bambina? «A destra. Gira a destra il tuo autobus, e poi va sempre dritto fino al secondo semaforo. E poi ancora a destra» borbottò prima di lasciarsi ricadere sul cuscino duro fingendo indifferenza.

«Grazie. Allora non è vero che vede solo il suo pezzetto di mondo.» Elvira fece guizzare un sorriso birichino, si voltò e riprese a contare i passi.

Quando arrivò a casa, sua madre era preoccupata, suo padre stava per scendere a cercarla, sua sorella aveva già telefonato tre volte e sua nonna sorrideva beata, incurante di tanta agitazione.

«C’era sciopero, ho camminato, mi sono persa, ho chiesto aiuto a un barbone e sono arrivata.» Niente di che.

Ce la poteva fare persino lei. «Un barbone.» La madre tornò a sedersi e mandò giù un’altra sorsata di valeriana.

«Non puzzava granché ed era vestito con cura, tutto di marrone sbiadito. Aveva le mani di un vecchio ma non era vecchio. E leggeva e sapeva anche suonare il pianoforte, una volta.»

La madre sgranò gli occhi e mise sul fuoco un altro pentolino d’acqua. Ormai doveva essere abituata alle sue stranezze, eppure…

«Chissà chi è» pensò ad alta voce Elvira.

«Un poveraccio» rispose il padre.

«Allora chissà chi era prima.» Il padre sembrò incapace di trovare una risposta intelligente e andò a rimettersi le ciabatte.

Elvira si sedette sul divano e stampò un bacio sulla guancia molle della nonna.

«Tu che dici, nonnì?»

«Tutti hanno una storia, tesoro. Solo che a volte non interessa a nessuno conoscerla.» Sospirò. «È più facile non sapere e non vedere.»

Elvira posò la testa sulla sua spalla e rimase lì a lungo. Si sentiva bene al contatto con la lana soffice e calda del suo maglione. Si addormentò e sognò, e nel sogno vide pesciolini variopinti e stelle dorate e nuvole bianche e un pianoforte che suonava da solo una musica triste. Quando si svegliò era già ora di cena e le era venuta un’idea.

 

Passò la notte, fredda e sopportabile, e tornò il giorno. Un po’ meno sopportabile. Arturo raccattò le sue cose, arrotolò stretto il sacco a pelo e infilò tutto nello zaino, che si mise in spalla. Poi lasciò la panchina e nell’uscire dal parco andò alla fontanella per lavarsi le mani e la faccia. Oggi come ieri e come domani. C’era un certo conforto nella routine, pensò. Non era proprio la vita che aveva scelto, ma ci era abituato e gli piaceva anche. A giorni alterni, quantomeno. Gironzolò un po’, e a mezzogiorno tornò al suo posto sul marciapiede. Cartone, zaino, cuscino, piattino, libro. Casa.

Era arrivato al capitolo ventisei quando si lasciò sfuggire un sospiro seccato. Ancora un’ombra sulla sua pagina, l’ombra della ragazza strana.

«Volevo ringraziarla per avermi aiutato» esclamò di botto Elvira.

«Sì, sì, prego.»

«Ma non le darò una moneta, perché mia nonna mi ha insegnato che l’aiuto è gratis.» Arturo sbatté gli occhi. Ma da dove sbucava questa qui?

«Perciò le ho portato un regalo» aggiunse lei in fretta, arrossendo appena. Tirò fuori dallo zaino un sacchetto bianco del supermercato, stretto in cima con un nodo che lo faceva assomigliare a un coniglio con due lunghe orecchie, e lo posò sul cartone ai piedi dell’uomo. Poi annuì soddisfatta e si incamminò leggera verso la fermata dell’autobus.

Arturo rimase solo e perplesso. Aspettò qualche secondo, poi aprì il sacchetto e non seppe bene cosa pensare. Dentro c’erano un pacchettino di carta stagnola e una busta colorata. E un biglietto scritto tutto storto in stampatello che diceva: «Il panino l’ho preso alla mensa dove lavoro. Fa schifo, però. Nella busta c’è l’altra cosa: era di mio padre, ma tanto lui non la usa. Così i soldi del piattino può conservarli per i giorni brutti».

Arturo svuotò incerto la busta e contemplò il rettangolo rigido che gli cadde in mano. Una tessera della biblioteca. Contrasse impercettibilmente le labbra e subito dovette distogliere lo sguardo, che si era fatto acquoso. Dannata ragazzina. Era un colpo basso, questo.

Fissò la strada davanti a sé. Si stava già facendo buio, e si mise a guardare le sagome scure dei passanti andare e venire. I giorni brutti, già. Be’, ne avrebbe visti ancora tanti, pensò con un ghigno amaro. Poco ma sicuro. Ma non oggi. Oggi proprio no. Oggi era un buon giorno. Diede un morso al panino moscio e sorridendo chiuse gli occhi.

2° classificata

I SEMI DELLA LIBERTÀ di Marisa Gentile

Ma che importanza haSe non hai la libertà.

Se sei ricco o belloSe vivi la tua vita in un grande castello.

Ci vuole rispetto del pensiero altruiAiutandoci a vicenda nei momenti bui.

Tu puoi dire il tuo pensieroSia che sei del mondo oppure uno straniero.

Basta armi stragi distruzioni

Non ci si ammazza per le religioni.

Ci sono bambini che invece di giocare

Gli viene insegnato ad uccidere e ammazzare.

Lasciamo che i nonni gli insegnino l’amore

Nella speranza di un futuro migliore.

Creando un pianeta con meno nemici

Ci sarebbe la speranza di essere felici.

Altrimenti che importanza avrà un futuro senza libertà?

 

 

Associazione TerraLuna

 

Associazione di Educazione Olistica – Centro di Benessere e Ascolto

Sede Legale: Via Caduti 10 – 20016 Pero (MI)

C.F./P.IVA 07349020961


 

 

Bando di partecipazione al Concorso Artistico “Roberto Martini”

  • - I SEMI BUONI PER IL FUTURO DELL'UMANITA' - 

Art. 1 – apertura del Bando e caratteristiche


L'Associazione TerraLuna indice un bando per la partecipazione al Concorso Artistico intitolato alla memoria di Roberto Martini, con avvio il 13 settembre 2015 e chiusura il 13 febbraio 2016

Il Concorso riguarda le seguenti categorie di lavori artistici:


  • Poesia e/o racconto breve

  • Arti figurative (pittura / disegno / scultura)

  • Fotografia


I lavori dovranno rappresentare, nella più libera espressione artistica e interpretazione personale, il tema/titolo del Concorso:

I SEMI BUONI PER IL FUTURO DELL'UMANITA'


Il Concorso è rivolto a persone con età maggiore ai 16 anni.



Art. 2 - modalità di partecipazione


1. Categoria POESIA E/O RACCONTO BREVE (A)


Si concorre inviando una sola poesiao un solo racconto inedito in lingua italiana. La lunghezza della poesia è libera. La lunghezza del racconto va da un minimo di 5 ad un massimo di 10 cartelle. Per cartella si intende un testo della lunghezza di 1800/2000 battute, spazi inclusi.

La poesia o il racconto partecipante va inviato entro la mezzanotte del 13 febbraio 2016 esclusivamente via mail all'indirizzo
terraluna.concorsoartistico@gmail.comcome allegato (formati ammessi: .doc, .docx, .rtf, .pdf).

Nell'oggetto della mail dovranno essere indicati:
− Categoria A - nome dell'autore e titolo dell'opera (esempio: Categoria A - Mario Rossi – Il gusto della terra).

Nel corpo della mail dovranno essere indicati:
- generalità dell'autore (nome, cognome, data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, e-mail);
- dichiarazione di paternità intellettuale e di autorizzazione al trattamento dei dati personali simile alla seguente: 
"Il sottoscritto [inserire nome e cognome dell'autore] dichiara che il racconto [inserire nome dell'opera] è inedito. Dichiara inoltre di esserne l'autore, di non averne ceduto a terzi i diritti di distribuzione o altri diritti legati al copyright e di poterne disporre in piena e assoluta libertà. L'autore autorizza inoltre il comitato organizzatore del Concorso al trattamento dei propri dati personali, ai sensi del D.L.196/2003 e successive modifiche e integrazioni, limitatamente agli scopi del concorso in oggetto."

Verrà data conferma della corretta iscrizione al concorso entro 72 ore dalla ricezione della mail.


2. Categoria ARTI FIGURATIVE (B)


Questa categoria comprende lavori artistici di tipo figurativo: disegni, pitture e sculture.


Si concorre inviando la fotografia del lavoro entro la mezzanotte del 13 febbraio 2016 esclusivamente via mail all'indirizzo terraluna.concorsoartistico@gmail.comcome allegato (formati ammessi: .jpg, .pdf). Nel caso di lavori scultorei, dovranno essere inviate almeno 3 fotografie, in diverse prospettive.


Nell'oggetto della mail dovranno essere indicati:
− Categoria B - nome dell'autore e titolo dell'opera (esempio: Categoria B - Mario Rossi – Vista da terra).


Nel corpo della mail dovranno essere indicati le dimensioni dell'opera e le sue caratteristiche (es. pittura a olio su tela, scultura in creta con base in legno, disegno a matita su cartoncino...).

Nel corpo della mail dovranno inoltre essere indicati:
- generalità dell'autore (nome, cognome, data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, e-mail);
- dichiarazione di paternità intellettuale e di autorizzazione al trattamento dei dati personali simile alla seguente: 
"Il sottoscritto [inserire nome e cognome dell'autore] dichiara che l'opera artistica [inserire nome dell'opera] è inedita. Dichiara inoltre di esserne l'autore, di non averne ceduto a terzi i diritti di distribuzione o altri diritti legati al copyright e di poterne disporre in piena e assoluta libertà. L'autore autorizza inoltre il comitato organizzatore del Concorso al trattamento dei propri dati personali, ai sensi del D.L.196/2003 e successive modifiche e integrazioni, limitatamente agli scopi del concorso in oggetto."

Verrà data conferma della corretta iscrizione al concorso entro 72 ore dalla ricezione della mail. Qualora i giudici lo ritenessero necessario, prima della chiusura del bando sarà notificata data e luogo in cui consegnare fisicamente il lavoro, per poter essere visionato dal vivo dai giudici.

I lavori risultati vincenti dovranno essere trasportati ed esposti a cura dell'autore durante la manifestazione di premiazione (comunicazione sarà data per tempo).



3. Categoria FOTOGRAFIA (C)


Si concorre inviando una solafotografia inedita, a colori o in bianco e nero.

La fotografia partecipante va inviata entro la mezzanotte del 13 febbraio 2016 esclusivamente via mail all'indirizzo
terraluna.concorsoartistico@gmail.comcome allegato (formati ammessi: .jpg, max 2 mega).

Nell'oggetto della mail dovranno essere indicati:
− Categoria C - nome dell'autore e titolo dell'opera (esempio: Categoria C - Mario Rossi – Il gusto della terra).

Nel corpo della mail dovranno essere indicati:
- generalità dell'autore (nome, cognome, data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, e-mail);
- dichiarazione di paternità intellettuale e di autorizzazione al trattamento dei dati personali simile alla seguente: 
"Il sottoscritto [inserire nome e cognome dell'autore] dichiara che la fotografia [inserire nome dell'opera] è inedita. Dichiara inoltre di esserne l'autore, di non averne ceduto a terzi i diritti di distribuzione o altri diritti legati al copyright e di poterne disporre in piena e assoluta libertà. L'autore autorizza inoltre il comitato organizzatore del Concorso al trattamento dei propri dati personali, ai sensi del D.L.196/2003 e successive modifiche e integrazioni, limitatamente agli scopi del concorso in oggetto."


Verrà data conferma della corretta iscrizione al concorso entro 72 ore dalla ricezione della mail.

Qualora i giudici ritenessero necessario visionare fisicamente le fotografie finaliste, prima della chiusura del bando sarà notificata data e luogo in cui consegnare fisicamente le fotografie stampate, in formato minimo cm. 20X30, per poter essere visionato dal vivo dai giudici.

Le fotografie risultanti vincenti dovranno essere stampate in formato minimo cm. 20x30 a cura dell'autore per poter essere esposte durante la manifestazione di premiazione (comunicazione sarà data per tempo).



Art. 3 - quota di partecipazione e restituzione delle opere


Non è prevista alcuna quota di partecipazione. Le opere di tipo figurativo e le fotografie verranno restituite agli autori in occasione della serata di premiazione (che sarà notificata ai partecipanti entro 72 ore dopo la chiusura del Concorso), o, in caso di impossibilità a partecipare, in data che sarà concordata tra l'autore e l'Associazione TerraLuna. L'Associazione TerraLuna utilizzerà i testi o le fotografie inviate, la cui proprietà intellettuale rimane in pieno possesso dell'autore, unicamente per la pubblicazione in un apposita sezione del sito web dell'Associazione TerraLuna, con indicazione del titolo e del nome dell'autore e l'autore, con l'iscrizione al concorso, implicitamente rilascerà autorizzazione in questo senso. Altri utilizzi che l'Associazione volesse fare delle opere dovranno previamente essere autorizzati per iscritto dall'autore.

 

Art. 4 – esclusione


Dalla competizione sono escluse le opere artistiche risultanti già pubblicati e/o vincitrici di altri Concorsi.



Art. 5 – giuria


I nomi dei componenti la giuria del Concorso Artistico saranno resi noti prima della scadenza del bando.


Art. 6 – premi


Per ognuna delle tre categorie saranno assegnati i seguenti premi:

  • 1° classificato: € 200,00;

  • 2° classificato: € 100,00;


La serata di premiazione di svolgerà a Pero (MI) in data e luogo da definire, entro il 31 dicembre 2015.

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Gli autori selezionati sono tenuti a presenziare alla serata di premiazione e a ritirare personalmente l'eventuale premio.


Data, luogo e orario saranno pubblicizzati sul sito ufficiale dell'Associazione TerraLuna e potranno essere cambiati dall'Organizzazione, senza limite di preavviso, salvo comunicazione agli interessati.




Art. 7 informazioni sul presente bando di selezione


Per informazioni o ulteriori chiarimenti sul presente bando è possibile rivolgersi alla segreteria organizzativa:
Associazione TerraLuna

via Caduti 10

20016 Pero


cell. +39 366 3036210


terraluna.concorsoartistico@gmail.com
http://associazioneterraluna.jimdo.com/
www.facebook.com/associazione.terraluna






Art. 8 - competenze giurisdizionali


L'organizzazione del Concorso, se necessario, si riserva la facoltà di apportare modifiche al regolamento.

La partecipazione al Concorso implica l'accettazione del presente regolamento. L'Organizzazione declina ogni responsabilità in caso di errata o mancata ricezione della documentazione d'iscrizione, dovuta alla trasmissione con qualsiasi mezzo e per qualsiasi motivazione.

L'Associazione TerraLuna in caso di estrema necessità, si riserva la facoltà di interrompere, sopprimere, differire la manifestazione o di modificare il presente bando di selezione, in qualsiasi momento, in funzione delle esigenze di conduzione della stessa.

Nessun danno di qualunque natura verrà riconosciuto ai partecipanti in ragione delle menzionate possibilità. Per ogni altro aspetto non contemplato nel presente bando fanno fede e ragione le vigenti norme di legge. Per ogni controversia legale è competente il Foro di Milano.